Pranoterapia

La pranoterapia è la “madre” di tutte le discipline energetiche. Anche in seno a una concezione scientifica, la pranoterapia è riconosciuta la medicina naturale per eccellenza. Non è né lesiva né invasiva, ha il merito di ripristinare “l’omeostasi”, vale a dire l’equilibrio funzionale e vitale dell’organismo; può essere adottata come mezzo preventivo, curativo e riabilitativo. Il flusso della forza pranica va direttamente al cuore di tutti i nostri problemi di salute. La pranoterapia da sola o associata ad altre terapie riequilibra l'essere umano in modo armonico, non invasivo e privo di controindicazioni. E' un valido ausilio nella riduzione sia della necessità di assumere farmaci sia dei conseguenti effetti collaterali.

In tutti i casi è stato anche accertato un aumento del calore nella zona trattata dopo pochi minuti di trattamento, con notevole beneficio da parte del ricevente. L’azione pranica si esercita principalmente in due modi: 1°) per mezzo del “calore” (fotoni infrarossi), 2°) per emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza anche dette chirofrequenze (dal greco chiros cioè mani) che il pranoterapeuta indirizza, tramite le mani appunto, sotto la spinta della volontà e il controllo della mente, alla persona trattata. La Pranoterapia unita alle frequenze musicali curative diventa un valido ausilio alla cura di malesseri fisici e psichici.

 

Anche in seno a una concezione scientifica, la pranoterapia è riconosciuta la medicina naturale per eccellenza. Non è né lesiva né invasiva, ha il merito di ripristinare “l’omeostasi”, vale a dire l’equilibrio funzionale e vitale dell’organismo; può essere adottata come mezzo preventivo, curativo e riabilitativo. Il flusso della forza pranica va direttamente al cuore di tutti i nostri problemi di salute. La pranoterapia da sola o associata ad altre terapie riequilibra l'essere umano in modo armonico, non invasivo e privo di controindicazioni. E' un valido ausilio nella riduzione sia della necessità di assumere farmaci sia dei conseguenti effetti collaterali.

In tutti i casi è stato anche accertato un aumento del calore nella zona trattata dopo pochi minuti di trattamento, con notevole beneficio da parte del ricevente. L’azione pranica si esercita principalmente in due modi: 1°) per mezzo del “calore” (fotoni infrarossi), 2°) per emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza anche dette chirofrequenze (dal greco chiros cioè mani) che il pranoterapeuta indirizza, tramite le mani appunto, sotto la spinta della volontà e il controllo della mente, alla persona trattata. La Pranoterapia unita alle frequenze musicali curative diventa un valido ausilio alla cura di malesseri fisici e psichici.

 

La Pranoterapia si poggia sulla filosofia e conoscenza dei Veda, termine con cui si indicano i popoli Arii provenienti dall’estremo Nord (Tilak, Evola, Wirth, etc.) che nel 2000 A.C. si insediarono nella regione settentrionale dell’India. In Egitto è stata rinvenuta la più antica testimonianza storica sulla pratica della “pranoterapia”: un pittogramma su papiro databile intorno al 2500 a.C. fu rinvenuto nel 1979 a Saqqara nella tomba di un medico egiziano, Ankmahor, un personaggio molto influente in quei tempi. Ma abbiamo esempi in Oriente, Israele ed innumerevoli casi in ambito religioso cristiano.

 

La pranoterapia agisce sul campo energetico umano tramite irradiazione energetica effettuata attraverso l’apposizione delle mani sul corpo del cliente. In occidente è ormai prassi che l’operatore non tocchi fisicamente il cliente ma apponga le proprie mani a distanza. È altrettanto prassi che il cliente rimanga vestito. 

Il prana è “energia organizzata e concentrata per uso terapeutico, volontario e consapevole.”

Il prana scaturisce dal desiderio di “curare” (non di “guarire” come molti impropriamente asseriscono) che innesca la volontà terapeutica. Questa, a sua volta, opera sulla corteccia cerebrale del terapeuta producendo onde alfa cerebrali le quali, attraverso complessi processi fisiologici, inducono vasodilatazione dei capillari sanguigni a livello del derma delle mani con conseguente maggior irrorazione di sangue e quindi rilascio di calore.

A tutto ciò consegue l’emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza, le chirofrequenze. In sintesi possiamo dire che partendo dalle onde alfa si arriva alle chirofrequenze.

 

Il pranoterapeuta non necessita di alcuna iniziazione come nel caso del Reiki, ma per diventarlo bisogna verificarne le capacità. Premettendo che l’energia è ovviamente presente in tutti gli esseri viventi, la caratteristica del pranoterapeuta è quella di avere energia bioradiante in surplus. Il Trattamento, pur agendo sempre solo ed esclusivamente a livello energetico, appone le mani sia sulle strutture energetiche sopra citate, sia sulla parte specifica del corpo da trattare. Nel farlo, spesso viene utilizzata anche la cosiddetta visualizzazione, ovvero l’atto di visualizzare nella propria mente un immagine o un azione che canalizzi e amplifichi l’effetto energetico che si vuole ottenere.

La grande differenza fra Pranoterapia e Reiki si basa su un concetto di fondo il quale separa nettamente le due tecniche oltre a differenti caratteristiche.

 

Vediamone alcune:

L’operatore di Reiki, si pone come mezzo di comunicazione o canalizzatore dell’energia Universale la quale ovviamente è inesauribile. Inoltre, l’operatore in Reiki non ha bisogno di indirizzare l’energia tramite una visualizzazione in quanto ritiene che l’energia da sola saprà comportarsi sortendo l’effetto desiderato. La sua azione prevede il solo irradiamento energetico quindi non corre il rischio di assorbire energia “negativa” dal cliente. Infine, in alcune metodiche, è previsto l’utilizzo di azioni manipolatorie quali picchiettamenti o strofinamenti di alcuni punti denominati punti Marma. Questi punti li troviamo anche nell’agopuntura denominati però punti Tsubo.

 

Il pranoterapeuta, a differenza di quanto sopra, si ritiene esso stesso fonte di energia. È da sottolineare però che non si dissocia dalla visione di un energia universale esterna a lui, ma definendosi parte stessa dell’Universo, esso comunica, si nutre e si sostiene con l’energia Universale e agisce sul cliente tramite l’elaborazione dell’energia che avviene in lui. Questa differenza, nonostante possa sembrare ad alcuni solo marginale, in realtà ha concettualmente una valenza molto profonda. Un pranoterapeuta ad esempio, secondo quest’ultima logica espressa, non può operare in condizioni di problemi personali in quanto la propria energia o elaborazione di essa si troverebbe in condizione critica a differenza di un energia Universale che attraversa solo un mezzo. Ne cosegue una condotta di vita il più possibile equilibrata e legata ai ritmi naturalu (alimentazione vegana, yoga, meditazione, musica, etc.). Come poi già anticipato, il pranoterapeuta, anche non escludendo trattamenti di sola apposizione manuale, aggiunge la visualizzazione come canalizzatore dell’energia al fine di condizionarne l’effetto e presenta una mano radiante ed una assorbente. Quest’ultima, è utilizzata per assorbire energia dal cliente e potrebbe, nel caso di un operatore non ben preparato, sortire effetti negativi sull’operatore stesso. Infine, non utilizza alcun tipo di manipolazione.

 

Le differenze sopra esposte sono solo alcune delle molte ma già da queste credo si possa farsi un idea della differenza sostanziale fra le due tecniche.

I risultati conseguiti in materia hanno verificato che il prana è effettivamente costituito da radiazioni elettromagnetiche del tipo dei raggi infrarossi; in secondo luogo che tali radiazioni sono rese coerenti dalle onde cerebrali alfa del terapeuta, con un’azione finale paragonabile ad una sorta di “laser biologico”.

 

Da tali studi emerge che:

 

1) durante il trattamento si producono variazioni di temperatura tra le due mani: nella mano destra si registra una temperatura più elevata;

2) l’aumento di temperatura si registra inoltre sia sulla fronte sia a livello dello stomaco del pranoterapeuta denotando una possibile capacità bioradiante in quanto gli esaminati erano soggetti clinicamente sani;

3) la cute è il luogo privilegiato sia dell’emissione sia dell’assorbimento del prana;

4) le condizioni psicologiche del pranoterapeuta come emotività e tensioni producono sensibili riduzioni di emissione dei raggi infrarossi, mentre il rilassamento organizza e potenzia le emissioni infrarosse.

5) l’organismo umano è un sistema biologico radiante, capace cioè di emettere radiazioni elettromagnetiche; possiede una sua peculiare variabilità biologica comune a tutti gli organismi viventi.

 

Nelle mani dei pranoterapeuti si evidenzia spesso in modo inconfutabile un’ipertermia non riscontrabile nei soggetti privi di capacità bioradianti.

In tutte le parti del mondo, la ricerca medica e scientifica approfonditamente indaga la pranoterapia e i pranoterapeuti, arricchendo la letteratura di molteplici e pregevoli lavori.

 

Innumerevoli studi sono stati condotti su piante e semi, su animali, su microrganismi e su materiale biologicamente attivo.

Gli studi finora compiuti dimostrano che il modello comune, secondo cui il corpo consiste di sistemi o apparati (apparato digerente, circolatorio, respiratorio, ecc.), è inadeguato e che si deve concepirne uno nuovo basato sull’idea di un campo energetico organizzatore (Campo vitale universale).

Alla luce di quanto esposto, non possiamo non riaffermare il concetto: “il pranoterapeuta è un individuo che trasmette la propria bioenergia attraverso onde elettromagnetiche con effetti terapeutici”.

Tutti gli esseri viventi possiedono un campo energetico o corpo pranico individuale che altro non è se non la manifestazione dell’Energia Universale intimamente connessa con la vita dell’uomo; esso è anche comunemente chiamato aura.

 

Il Campo energetico umano è costituito dall’insieme di tutte le emanazioni dell’uomo.

Si tratta di energie elettrostatica, magnetica, elettromagnetica, sonora, termica e visiva, le cui misurazioni si sono dimostrate logiche con i normali processi fisiologici e, anzi, li trascendono fornendo un veicolo per i processi psicosomatici messi in atto dall’organismo.

 

L’aura appare estremamente sensibile alle suggestioni di determinati stati ambientali, psicologici, emozionali, che ne possono indurre cambiamenti nella forma, nel colore, nella luminosità.

Oggigiorno è possibile fotografare quest’alone energetico mediante la Camera Kirlian.

 

Pranoterapia e frequenze musicali terapeutiche

 

Come la luce sta ai colori o come l’oceano sta alle singole onde. Tutto è vivente, in movimento, seppur con frequenze differenti: le stelle sono dentro e fuori di noi: variano le dimensioni ma ci sono rapporti uguali.

E’ la legge di analogia che rende coeso tutto l’universo. E l’uomo è al centro del micro e del macro cosmo e si relaziona con le due Nature, essendo punto di contatto cosciente e consapevole, sempre che voglia esserlo!

E senza dimenticare che l’onda vibrante che accende e permea ogni cosa, vivificandola, è, come dice Dante, quell’”Amor che move il sole e l’altre stelle”. La vita è un flusso continuo ed ininterrotto di radiazioni, onde vibranti, dall’infinito verso l’infinito che produce tutte le forme esistenti di questo nostro universo: ogni forma è un coagulo di questa energia vibrante ed è un essere particolare e unico. Questo fluire di energia, è come un immenso fiume “sonoro” che ha preso, a seconda delle epoche e delle culture, nomi diversi: luce eterica, acque primordiali, oceano cosmico, verbo divino, uovo filosofico, etc.

Il prana è parte di questo oceano cosmico radiante e vitale ed è veicolato anche dalle onde acustiche: il suono/parola/musica/canto, evoca e vivifica particolari stati emotivi latenti che divengono forze curative/riequilibranti specifiche ed appropriate per ogni tipologia di scompensi psico-fisici-energetici.

 

Cos'è lo stato Alfa e cosa significa operare in questa condizione?

I cicli e i ritmi naturali permeano tutta la nostra esistenza dentro e fuori di noi, nel micro e nel macro cosmo. Quando le frequenze vanno al di sotto dei 20 Hz, le vibrazioni sono percepite come ritmi-pulsazioni, non più come suoni. Tali pulsazioni creano in noi il senso del tempo e diventano il parametro di riferimento per tutti i nostri ritmi corporei: è il ritmo alfa (da 8 a 13 Hz - cicli al secondo) delle onde encefaliche che regola tutte le nostre percezioni ed è il nostro metro di paragone, l’orologio biologico umano. Le onde theta sono da 4 a 8 Hz, quelle delta del sonno da 1 a 4 Hz.

“Il ritmo alfa definisce tutte le nostre percezioni di spazio, tempo ed energia e si dice che sia il suo controllo a permettere a coloro che praticano lo Yoga di visualizzare e di trasportare le cose in altre dimensioni, incredibilmente piccole o grandi; (…) di vedere ad esempio, un oggetto come una specie di immensità inter-atomica nello stesso modo in cui vediamo la Via Lattea”.

Ricordiamo che  il ritmo alfa, così importante per tutta la nostra attività pranica, si sviluppa quando gli occhi sono chiusi e le condizioni ambientali sono del tutto prive di eccessivi stimoli sensoriali, come colori, suoni, rumori, ecc.: è il climax ideale per la nostra seduta terapeutica. Il ritmo del nostro cuore è circa 6 volte più lento del ritmo alfa e quindi intonato nella banda degli infrasuoni.

 

Cosa sono le chiro-frequenze?

Le chiro-frequenze (frequenze emesse dalle mani) sono fondamentali per comprendere e definire  il campo di azione della pranoterapia. Studiate dal dottor Luigi Lapi già dagli anni 70’, sono costituite fondamentalmente da emissioni ad alta frequenza (principalmente banda dell’infrarosso e ultravioletto) e da emissioni a bassissima frequenza: queste ultime denominate in toto simil-alfa, sempre dal dottor Luigi Lapi, dal momento che apparivano simili alle corrispondenti onde encefaliche.

Infatti, i tracciati delle onde cerebrali del terapeuta, registrati ed elaborati con il chirtest, sono molto simili a quelli delle onde elettromagnetiche  prodotte dalle sue mani.

Coloro che appongono le mani per veicolare prana le hanno calde, questo almeno nell'immaginario collettivo. E' così sempre così?

Non sempre le mani sono calde. Ricordiamo che l’azione del prana, come abbiamo visto  si poggia - in parte - su due frequenze elettromagnetiche base: banda dell’Infrarosso (CALORE) e banda delle bassissime frequenze (onde simili alle onde encefaliche). Queste ultime sono molto penetranti e sono risolutive nell’ambito del trattamento. 

 

Operatore: Piercarlo Bòrmida, presidente dell'Associazione il BARDO. Pratica la pranoterapia sia sugli uomini che sugli animali. Collabora con altri operatori olistici di diverse discipline e medici, compositore di musica elettronica professionista associa lo studio delle frequenze musicali alla pranopratica. 

Studi: - Maturità presso Liceo Classico (Seminario Vescovile di Cuneo) - test elettrovibrazionale Kirlian positivo presso 'Accademia A.MI. University' di Milano e conseguente corso e rilascio del diploma in Pranoterapia presso l'Accademia Internazionale 'La Crisalide' (CSEN-CONI-MIUR) - percorso di studi personali in ambito bio-energetico: rune nordiche, yoga runico e bjarka energy, önd therapie, geometria della guarigione, frequenze musicali curative, medicina esogetica-cromopuntura.