Kernunnos, il signore degli animali

Kernunnos è una figura di dio spesso presente nei siti archeologici ritenuti celtici. La prima immagine conosciuta è l'incisione rupestre di Paspardo, si trova in Val Camonica, risalente al IV sec. a.C.: in questa figura un dio con le corna da cervo indossa un torquis ad ogni braccio ed è accompagnato da un serpente con corna d'ariete e da un piccolo devoto col pene eretto. Sul Calderone di Gundestrup, databile al II - I sec. a.C., Kernunnos ha le gambe incrociate, due torques e corna di cervo; è affiancato da un cervo, un serpente con corna d'ariete e diversi altri animali.

Nelle raffigurazioni rinvenute in Gallia viene presentato il simbolismo più sorprendente poiché in queste il dio è il signore degli animali (come sul Calderone di Gundestrump) e divinità della fertilità, dell'abbondanza e della rigenerazione.

Vi sono altre immagini che rafforzano il legame del dio con gli animali sia con il simbolismo dell'abbondanza: su un rilievo a Reims, Kernunnos appare seduto a gambe incrociate. Dalla sacca che ha in grembo fuoriescono chicchi di grano o monete, mangiati dal cervo e dal toro che sono ai suoi piedi; un topo acquattato sul timpano sopra la sua testa indica forse il legame del dio con l'oltretomba.

Kernunnos è uno degli esempi più singolari di divinità celtica semi-zoomorfa, così straordinariamente affine agli esseri che passano magicamente dalla forma umana a quella animale come nella letteratura in vernacolo. C'è un forte legame con il cervo e questo è confermato dall'adozione delle corna ramificate e, a volte, degli zoccoli e delle orecchie di questo animale. Un altro animale che spesso affianca Kernunnos è il serpente, spesso con corna d'ariete, che si avvolge intorno al suo corpo, mangia dalla sua mano e a Cirencenster, si fonde con la stessa immagine del dio. Il cervo è un animale dei boschi, veloce e sessualmente aggressivo mentre il serpente è simbolo di rinnovamento e di rigenerazione. In molte raffigurazioni Kernunnos appare con le vesti del dio dell'abbondanza e della fertilità, con frutta, cornucopie, scodelle piene di soldi o di grano. Per la sua posizione spesso raffigurata a gambe incrociate, si può supporre che fosse vicino alla gente comune: gli autori classici annotarono infatti che, generalmente, i Galli sedevano per terra.

Ma era soprattutto signore degli animali: oltre al cervo e al serpente, egli è spesso ritratto in compagnia di animali diversi, selvaggi e domestici, ad esaltazione del suo simbolismo di dio della natura selvaggia e di quella domata, della fecondità e della benevolenza nei confronti di ogni creatura. Il suo intimo rapporto con il mondo animale è evidenziato innanzitutto dalla sua stessa immagine di uomo-dio e bestia.