Pëtr Alekseevič Kropotkin,

il principe comunista

Sii forte! Trabocca di energia passionale e intellettuale e riverserai sugli altri la tua intelligenza, il tuo amore, la tua forza d'azione! Ecco a cosa si riduce tutto l'insegnamento morale, senza le ipocrisie dell'ascetismo orientale” (Pëtr Alekseevič Kropotkin)

Nato a Mosca il 9 dicembre 1842 da famiglia aristocratica, nel 1857, in qualità di nobile imparentato con la Corte, Pëtr Kropotkin entrò nel Corpo dei paggi (collegio imperiale) dove terminò il suo corso nel 1861, dal quale uscì nel 1862 per entrare a far parte dei Cosacchi, prestando servizio da ufficiale in Siberia.

In questo periodo abbracciò gli ideali anarchici, ed ebbe modo di compiere una serie di studi di geografia, geologia e zoologia che avrebbero avuto in seguito un'influenza fondamentale nello sviluppo della sua filosofia. Morì a Dmitrov, l'8 febbraio 1921.

 

Il suo pensiero è sintetizzabile come "comunismo anarchico" o "comunismo libertario". Per Kropotkin il comunismo è l'unico sistema privo di contraddizioni sociali, poiché, secondo il principio "da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni", abolisce la schiavitù del salario e la dipendenza dal bisogno, mediante la spontanea azione delle masse. Kropotkin, nella sua visione deterministica, è contrario alla rivoluzione, tuttavia la ritiene fondamentale in certe epoche, in quanto mezzo di accelerazione del processo evolutivo [come già sottolineato la visione meccanicista di Kropotkin non è schematica e rigida. Egli ritiene che è l'azione cosciente delle masse a determinare i fini. 

Il comunismo kropotkiniano vuole abolire non solo la differenza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale (come Bakunin), ma anche quella tra città e campagna. Per il pensatore russo ogni individuo deve integrare il lavoro manuale con quello intellettuale (ciò per evitare pericolose specializzazioni che possano creare privilegi); anche l'integrazione geografico-sociale della città con la campagna sono due aspetti complementari perché mirano al superamento della divisione della società in una scala gerarchica. Questi due aspetti, così integrati tra loro, costituiscono la struttura federalistica ed armonica del piano kropotkiniano, che comporta la fine di ogni dominio: abolizione delle classi, abolizione dello Stato e di ogni altra forma gerarchica socio-economica, decentramento e federalismo dal basso verso l'alto, abolizione della duplice divisione del lavoro, pratica immediata di comunismo libero e di mutuo appoggio.

Come geografo, compì viaggi scientifici in Siberia e in Manciuria (1862-67), studiando in particolare i periodi glaciali. Nel 1872 si recò in Svizzera e in Belgio, dove ebbe contatti con esponenti del movimento operaio internazionale e abbandonò il liberalismo per l'anarchismo. Arrestato in Russia (1874), si rifugiò all'estero, dove fu più volte imprigionato ed espulso e divenne, di fatto, il continuatore delle idee di M. A. Bakunin. Stabilitosi in Inghilterra (1886), K. elaborò le teorie anarchiche di un comunismo libertario concepito su basi solidaristiche e federalistiche. Rientrato in Russia (1917), si oppose al potere sovietico in nome dei suoi ideali anarchici, rivolti alla distruzione dello stato e contrarî, quindi, alla dittatura del partito bolscevico. Fra le opere si ricordano: Paroles d'un révolté (1884; trad. it. 1885); La conquête du pain (1888; trad. it. 1948); L'anarchie, sa philosophie, son idéal (1896); Memoirs of a revolutionist (1899; trad. it. 1952); Reči revoljucionera ("Discorsi di un rivoluzionario", 1906).

Il suo feretro attraversò le strade di Mosca scortato da nere bandiere incise del motto "Dove c’è autorità non c’è libertà".